Sailing on Grateful, i benefici della gratitudine

Eccomi qui, sul volo che mi riporterà a casa, a tirare le somme di questi 10 giorni in mare. Ma partiamo dall’inizio.

Come al solito senza troppe riflessioni prendo e parto, così d’istinto.

Seguo però già da alcuni mesi, su Instagram e Facebook, le avventure e le rotte di Grateful Travel, una barca a vela di 15 mt, per gli esperti un Beneteau Sense 50.

Il capitano, un americano che da circa un anno ha deciso di inseguire il suo sogno di veleggiare intorno al mondo, pubblica spesso video e foto, quindi mi sembra quasi di conoscerlo già… la sua voce, le risate, la sua storia e le intenzioni. Partendo da Sparta alla ricerca delle sue origini greche (nonni materni) sta navigando per tutto il Mar Mediterraneo, alternando periodi di solitudine e periodi in cui l’equipaggio (amatoriale) arricchisce la barca di consigli, ricette, musica, arte in maniera multiculturale. Il periodo estivo è un susseguirsi di gente che sale e che scende, tra le isole dei più spettacolari arcipelaghi Greci, ma adesso è solo.

Dopo qualche scambio di mail concordiamo il periodo, l’unico mio momento libero tra un evento e l’altro é fine settembre; l’autunno é sempre intenso per noi Tour Leader.

Grateful risale da Itaca a Corfu, per poi toccare le coste dell’Albania e del Montenegro, da qui in una giornata attraversa il mar Adriatico e giunge in Puglia.

Ci incontriamo a Brindisi, con un comodo bus che dall’aeroporto per solo 1 euro porta in centro, raggiungo il molo indicatomi dal capitano, con grande meraviglia e stupore mi rendo conto che la barca é ormeggiata in pieno centro storico esattamente ai piedi della scalinata delle colonne romane.

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E’ sabato sera, l’autunno è appena iniziato ed il clima è ancora mite; il centro è gremito di gente che passeggia sul lungomare, mi sento un po’ osservata a stare in barca davanti agli occhi curiosi dei passanti.

Un piccolo approvvigionamento per i giorni in cui non ci potremo fermare nei centri abitati, una pizza in una locanda semplice e poco turistica, poi subito a dormire, perché la partenza è prevista al sorgere del sole.

Il vento scarseggia e le traversate sono lente, ma non avendo nessuna fretta non c’è necessità di accendere il motore per darci una spintarella.

Tocchiamo posti incantevoli lungo la costa e ci fermiamo a visitare Lecce, il capitano rimane incantato ad ammirare l’architettura barocca che caratterizza la città ed attacca bottone con una simpatica coppia di insegnanti del conservatorio di Lecce che ci fanno da ciceroni, in modo da non perdere nemmeno un angolo di questa meravigliosa città.

Passiamo la notte in rada a San Cataldo (Lecce), sono circa le 3 ed un rumore fortissimo mi sveglia di soprassalto, sembra un verso di animale, una specie di guaito con risucchio, accentuato da un rombo di motore, nel dormiveglia penso di avere un incubo e di star sognando un mostro marino, mi alzo di scatto guardo dall’oblò ed una luce bianca mi acceca, mi vesto in un nanosecondo, busso alla cabina del capitano ma ci mette un po’ a svegliarsi, usciamo sul ponte e ci troviamo una motovedetta della Guardia Costiera che ci punta addosso tre enormi fari, ci chiedono da dove veniamo ed io intontita rispondo “Lui è americano ed io di Milano” – pausa – risposta del militare: “Ok, scusate il disturbo, buonanotte!” Ma che ca**, tutto qui?! Ho rischiato un infarto e nemmeno controllano se abbiamo profughi a bordo?!

Proseguiamo passando da altre bellissime cittadine pugliesi Otranto, Santa Maria di Leuca e Gallipoli.

Da qui attraversiamo il Mar Ionio in direzione Crotone, la traversata dura circa 10 ore, arriviamo giusto giusto per goderci il tramonto.

davLa mattina seguente di buon ora leviamo l’ancora in direzione della Sicilia, per sfruttare meglio i venti (quasi assenti) anziché proseguire lungo la costa viriamo verso il largo. Navighiamo tutto il giorno, tutta la notte e di nuovo ancora di giorno per giungere ad Acicastello verso le quattro di pomeriggio. E’ stata bella tosta, 32 ore in mare aperto con al massimo 10/12 nodi di vento, la nostra andatura di conseguenza non ha superato i 4/5 nodi.

Ma la lunga veleggiata è stata ripagata dalla suggestiva cornice che ci ha accolto: la Riviera dei Ciclopi, gettiamo l’ancora tra questi giganti neri di pietra lavica per poi concederci una meritata cena in uno dei tanti ristoranti della baia…  l’indomani il risveglio ai piedi di sua maestà l’Etna è impagabile.

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Ci spostiamo verso Catania ed ormeggiamo Grateful nella marina di fronte all’edifico della vecchia dogana, a due passi dalla cattedrale di Sant’Agata. La città pullula di turisti e di locali, è viva anche di notte. Ammaliati dalle mille cose da fare e da vedere non ci rendiamo conto che il tempo vola e la mia vacanza giunge al termine.

Grata di aver fatto parte dell’equipaggio di Grateful, saluto il capitano, prendo la mia borsa piena di nuove esperienze e di consapevolezza e mi avvio verso l’aeroporto…

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Ero indecisa se aggiungere anche questa parte, ma lo faccio perché tirare fuori le cose fa bene e metterle nero su bianco ancora di più.

Durante questi giorni sono stata investita da uno Tzunami di ricordi, un’onda di emozioni caraibiche mi ha colpita ed affondata. Sono sprofondata in una tristezza indescrivibile, le lacrime scorrevano senza freno. Ogni piccola cosa mi riportava indietro ad un anno e mezzo fa, quando serena e felice lavoravo sul catamarano tra le Grenadine e St Lucia. Il solo gettare l’ancora era come grattare una ferita mal rimarginata. Dopo essermi ristabilita sono giunta alla conclusione che questo viaggio sia stato soprattutto un viaggio introspettivo, ascoltare i racconti personali del capitano è stato come guardarsi allo specchio e ho dovuto affrontare le cose che avevo sotterrato facendo finta che non facessero male. Trovarsi su una barca circondata da tanta acqua e da tanti pensieri, senza la possibilità di evadere né fisicamente, né moralmente (non c’era copertura telefonica e la lettura in navigazione mi fa venire il mal di mare) ti fa per forza di cose riflettere oppure l’unica alternativa che ti resta è quella di osservare le onde e lasciare svuotare la mente.

I pensieri sono come le onde del mare, vanno, vengono, si increspano, spumeggiano si infrangono, svaniscono.
(cit. Romano Battaglia)

A questo link il video che ho montato con le immagini del viaggio.

Grateful

4 thoughts on “Sailing on Grateful, i benefici della gratitudine

  1. È molto bello vederti tornare a scrivere di nuovo. Mi dispiace sapere che hai avuto qualche tumulto emotivo. Spero di vederti di nuovo sul mare! Alan

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  2. carissima Stefania, che bella esperienza! ma come scrivi bene, comincia un altro libro per favore. Anche io attraverso un periodo triste il 27 settembre è morto mio fratello era già provato ma un tumore velocissimo lo ha portato via. ho guardato la mail solo adesso, . bisogna guardare in faccia i dispiaceri le delusioni altrimenti tornano sempre, io ho sempre chiuso la porta per soffrire di meno ma rimane qualcosa di inconpiuto che tutto ad un tratto si riaffaccia buon ritorno a casa, buon lavoro e baci infiniti
    Il giorno sab 5 ott 2019 alle ore 21:11 VagabondinGirl, Stefania

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